Matthew, lo sai come si cambiano le marce su questo trabiccolo? (Pure per far cambiare marcia alla tua carriera servirebbe la patente, peccato che…)

Non te la rilascia nessuna scuola guida, anzi…

Volevo scrivere un articolo su come si fa a fare carriera.

Poi ho pensato due cose, che non a tutti interessa fare carriera e che in realtà “fare carriera” non vuol dire niente.

Innanzitutto alla parola “carriera” ognuno di noi associa un suo significato personale che evoca certe scene e include certi giudizi. Per molti “fare carriera” vuol dire “essere spietati e bellicosi”, tipo questi panzerotti qui sotto.

Per altri “fare carriera” vuol dire “non avere scrupoli”, tipo Jeff (Skilling) che si è beccato 24 anni di carcere per la truffa finanziaria che costrinse nel 2001 ad una clamorosa bancarotta la 7° più grande azienda degli Stati Uniti (Enron).

In Parmalat erano dilettanti al confronto.

Chiediti che sensazioni ti evoca il pensare alla tua “carriera”, e poi torna qui concentrato e vediamo di aiutarti a metterla a fuoco meglio.

La carriera è la scalata di esperienze, risultati, compensi e ruoli gerarchici ricoperti con cui salirai fino alla vetta di realizzazione professionale e monetaria che hai deciso di raggiungere nella tua vita.

E’ la fune che collega una successione di appigli sino alla sommità che hai deciso di conquistare.

Prima scegli la vetta, poi ti procuri un rampino e ti immagini di fissarlo in cima e di calare la fune giù fino a terra facendola passare attraverso quelli che ti sembrano dall’alto gli appigli più robusti.

Una volta che ti sei costruito una plausibile arrampicata professionale, e soprattutto una tua prima vetta, inizi a conquistare il primo appiglio.

Ogni appiglio consiste in una serie di esperienze acquisite, di risultati ottenuti, di abilità dimostrate, di posizioni ricoperte. E se raggiungi la tua prima vetta, o decidi di concentrarti su un’altra più alta, riorganizza i tuoi appigli immaginari e procedi.

Ti faccio notare che l’alpinismo tocca a te, che le aziende non ti regalano l’attrezzatura da scalata, nè l’addestramento e che nemmeno ti mettono a disposizione l’ascensore (a meno che l’azienda non sia tua, e allora la carriera consiste nel conquistarti i gradi di capitano d’impresa dal quartier generale).

Voglio presentarti le sfidanti carriere di due grandi uomini, che sono partiti assolutamente da zero, come se fossi ad uno dei miei corsi di organizzazione aziendale, o fossi una delle persone che seguo come business coach.

Ho letto moltissimo di loro, e ho avuto la fortuna di assistere dal vivo a loro lezioni (anche se del secondo che ti presenterò in effetti ho incontrato ad un seminario solo il suo capo, un certo Colin Powell).

1) Jack Welch (1,70 m)

Il venticinquenne Jack Welch entra come ingegnere chimico neolaureato in uno sperduto stabilimento della General Electric, l’azienda fondata all’inizio del secolo da Thomas Alva Edison, quello delle lampadine. A 44 anni conquista il ruolo Amministratore Delegato e nel successivo ventennio la trasforma nella più grande azienda diversificata del mondo con 350.000 dipendenti.

Cito un articolo del Corriere della Sera su di lui:

[L’esempio più emblematico della forza del modello di diversificazione adottato da GE con Welch è rappresentato dal suo risultato nel 2001 che ha visto crescere i suoi profitti del 14% nel mezzo di una recessione e al netto della catastrofe dell’11 settembre che ha avuto un impatto pesante sull’azienda (basti pensare che i motori di tutti e 4 i velivoli abbattuti erano GE, gli aerei stessi erano assicurati da GE così come il World Trade Center e altri 5 edifici ad esso adiacenti, e che infine la NBC, di proprietà della GE, ha coperto la catastrofe per 5 giorni senza interruzioni pubblicitarie).]

(Il primo frigorifero che ho aperto da bambino a casa mia era GE, me lo ricordo benissimo).

Fossi in te a questo punto mi farei una domanda.

Non lo so se è la stessa che mi sono fatto io, però io mi sono chiesto:

“Come fa un ingegnere chimico 25enne ad acquisire le competenze di leadership, di finanza e di gestione per fare l’Amministratore Delegato di un colosso mondiale da 350.000 dipendenti?”

Risposta: GE ha una propria Business School a Crotonville, vicino New York a cui  i  manager più meritevoli (dopo aver dimostrato certe attitudini e aver conseguito certi risultati) sono inviati a varie riprese per acquisire quelle competenze specialistiche via via sempre più strategiche che l’accademismo universitario non offre.

Gli studi universitari sono “spendibili” nei primi tre anni di lavoro, e poi diventano nemici della tua carriera professionale se ti fermi lì e aspetti che il Mago Zurlì ti tramuti in un “executive” con un colpo di bacchetta. Impara che acquisire le competenze necessarie a conquistarti posizioni via via più importanti è una tua responsabilità, non della tua azienda. E che più acquisisci carattere, conoscenze ed esperienze meno ti farai mettere da parte (perchè è quello che capita effettivamente).

Il primo stipendio lordo annuale di Welch è stato 10.000 $, la sua buonuscita è stata di 417.000.000 $ (fatti due calcoli di cosa ha combinato).

2) Norman Schwarzkopf (1,91 m)

Norman Schwarzkopf parte come volontario per il Vietnam e ne torna pluridecorato, quindi decide di prolungare la ferma e accetta di buon grado una serie di incarichi e di comandi “scomodi”.  In mezzo a situazioni sempre più spinose e critiche impara che comandare significa “motivare” e “proteggere” i suoi uomini, e l’autorevolezza acquisita gli consente di essere scelto per condurre alla vittoria le truppe americane nella prima Desert Storm.

Tanta prima linea, tanta gavetta difficile e tanta continua istruzione (inizia con l’Accademia di West Point, poi consegue la laurea in ingegneria meccanica e quindi conquista le stellette dopo l’ U.S. Army War College).

Anche se la conquista della nobiltà con i meriti sul campo non è più un valore dei nostri tempi, la Regina Elisabetta decide lo stesso di insignirlo del cavalierato e di nominarlo “Sir Norman”.

Cosa ci insegna questo?

Non si fa carriera da un giorno all’altro, lanciandosi a capofitto senza preparazione e senza essersi temprati con dure esperienze sul campo. Una carriera è costruita accettando incarichi spesso scomodi e quasi sempre eseguiti in condizioni sfavorevoli e in trasferta. L’importante è tenere duro e portare a casa i risultati (e i tuoi uomini, se vai in guerra come Norman).

E mentre tu ti sei fatto un’idea personale di come si cambiano le marce alla tua carriera, puoi immaginare che tipo di persona ha conquistato tutto quello a cui puoi voler arrivare tu, e pensare solo che si tratta di “mutare pelle” per diventarlo.

Ti lascio a pensieri pieni di ambizione e dedizione, come quelli di Matthew, che è riuscito a far partire la sua Vespa e finalmente può portare la sua Kate a cercare un tesoro e a goderselo in coppia.